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il vino di marek hamsik è una private label

Hamsik Winery, cosa si può imparare dalla Private Label del calciatore

Quella di Hamsik è la Private Label perfetta per capire quanto si possa guadagnare con questo genere di operazioni e fino a dove esse possano spingersi.

Dal 2018 l’ex fantasista napoletano, che ora veste la maglia del Goteborg, ha avviato la sua linea di vini – la Hamsik Winery – che di winery ha ben poco, in quanto si tratta come detto di una private label e la cantina non esiste.

Le bollicine italiane più famose a quanto pare devono esser state galeotte per l’ex azzurro in quanto la linea dei vini sviluppata per il marchio di Hamsik è partita proprio dal Prosecco Conegliano Valdobbiadene DOCG per passare al Prosecco Treviso Doc e ai monovarietali slovacchi. E c’è pure uno Champagne.

Dietro la produzione della maggior parte dei vini c’è la Serena Wines di Conegliano, un colosso da 18 milioni di bottiglie destinati per il 60% ai mercati internazionali, di cui 16 milioni di Prosecco Doc e i restanti di Docg. Il quinto produttore di Prosecco in Italia su circa 400, con un fatturato di circa 60 milioni di euro (fonte Milano e Finanza).

Non solo vini tra il catalogo delle proposte ma anche gadget per il servizio del vino e bibitoni frizzanti alla frutta per discotecari ed astemi.

L’idea sembra avere potenzialità, non solo in Repubblica Ceca, dove risiede il principale mercato, ma anche in terra nostrana in quanto la fama e la notorietà del calciatore può far presa sulle categorie di giovani consumatori occasionali che magari poco capiscono di vino ma non disdegnano un prodotto brandizzato dai loro idoli.

Passiamo al design. Hamsik ha optato per un simbolo grafico molto semplice ma ben riconoscibile, formato dalle sue iniziali, che vagamente assomiglia a quello della Maserati, un tridente.
Le etichette sono molto semplici, il logo con l’indicazione della denominazione ben visibile. Carta monocromatica e poco altro. Per gli spumanti di Valdobbiadene il colpo d’occhio funziona, e il logo in lamina d’oro su sfondo nero attrae e intriga. Anche questo può essere un elemento a favore per colpire un certo tipo di pubblico più attento all’apparenza che alla sostanza.
Il Cartizze invece possiede un’etichetta interamente in oro con capsula abbinata. Una valorizzazione scontata per il vino tratto dal miglior Cru trevigiano ma comunque sempre attuale e facilmente concepibile dal consumatore.

I vini fermi invece presentano un’etichetta un po’ piatta. Magari riconoscibile ma abbastanza scontata.

Il sito internet della Hamsik Winery è qualcosa di altrettanto pacchiano. La sezione about us seppur decantando il Prosecco si apre con una bellissima immagine di un paesaggio… toscano. E comunque se oltre al vino gradireste un caffè siete nel posto giusto perché Hamsik ha anche la sua linea di te e caffè confezionati in barattoli con stampato in bella evidenza il suo profilo, tentando di veicolare anche qui un concetto di tipo associativo: se come calciatore è bravo allora anche il caffè deve esser buono, d’altronde è realizzato da una persona importante e ricca…
Per non farsi mancare nulla perché non aggiungere un tocco fashion riservando una sezione alla vendita dei cappellini firmati?

Però c’è da dire che forse una cosa il sito la insegna meglio di tante altre cantine realmente trevigiane, ed è l’ubicazione della zona di produzione del prosecco che con tre semplici immagini a metà pagina viene perfettamente individuata e palesata.

Nel mondo calcistico Hamsik non è il primo e non sarà l’ultimo a cimentarsi in questo genere di attività enologiche che sfruttano la notorietà del personaggio. Molti sono i calciatori ed ex calciatori che hanno intrapreso la strada vitivinicola: Malesani, Spalletti, Tommasi, Iniesta e tanti altri.

A volte fondando le loro cantine altre volte affidandosi a marchi storici già avviati per la realizzazione di private label a loro nome.

Stando a quanto recentemente dichiarato presto sarà anche il turno di Gonzalo Higuain.

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