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vino e territorio

Una comunicazione sul territorio è ancora utile per vendere vino?

Il concetto di Territorio è stato da sempre correlato a quello di vino, conferendogli un significato culturale e simbolico di straordinaria ricchezza se pur complesso.
E’ risaputo che la vite è in grado di adattarsi a qualsiasi tipo di terreno, ma lo stesso vitigno non ottiene uguali uve se coltivato in terreni dalle caratteristiche differenti. Questo è un concetto ormai noto anche al consumatore medio che non possiede ampie conoscenze agronomiche.

In passato la Denominazione era sufficiente a distinguere un prodotto, a riconoscerlo e posizionarlo sul mercato, mentre oggi i valori che ne indicano un’autentica identità sono più complessi. Lo scenario che viviamo è in continua mutazione, per questo sembra divenire sempre più necessaria una chiara e ben
definita riconoscibilità.

In quale modo è possibile per una cantina conferire la giusta autenticità al proprio vino? Non è più sufficiente dare peso a come si comunica ciò che si produce, è necessaria grande competenza nel percepire ed intuire il fabbisogno del mercato, sostenendo la produzione con contenuti di qualità e trasparenza, ma soprattutto definendo una specifica identità aziendale. Anche se sembra difficile, è importante uscire dagli schemi del passato, ma in quale modo farlo?

Ecco dunque alcuni spunti utili sui quali riflettere:

  • Il vino e il vigneto sono parte di un sistema complesso che comprende aspetti economici, ambientali e sociali quindi la viticoltura, l’enologia e il marketing non possono che essere strettamente connessi.
  • E’ importante definire in maniera chiara il proprio Brand vinicolo (dando il giusto peso ai valori legati alla storia del territorio, al prodotto, alla famiglia e al produttore).
  • Specificare i propri processi produttivi (biologico, integrato, biodinamico, ecc) nonché le proprie tecniche produttive (sistemi impianto, sistemi di vinificazione, ecc.).
  • Dare spazio ai valori condivisi della denominazione di origine, (anche se, come dicevamo in precedenza, la denominazione oggi, ha perso e sta perdendo valore in termini di garanzia, di riconoscibilità e autenticità).
  • Valorizzare i propri vini (riconoscibili in maniera autentica e trasparente rispetto al territorio di produzione, al vitigno, allo stile del produttore).
  • Esprimere al meglio il proprio approccio etico ai prodotti e ai processi produttivi, qualora vi sia (ricordando che oggi la sostenibilità va garantita al fine di non perdere in credibilità).
    Ma sul piano ecologico molto altro si può fare anche se privi di una certificazione bio. Si pensi ai tanti casi americani che devolvono una percentuale di ogni singolo prodotto per cause benefiche o ecologiche.
  • Inserire il proprio marchio aziendale in circuiti di comunicazione (eventi culturali, testimonial, ecc.).
  • Dare valore al Made in Italy con tutto ciò che ne consegue (oggi più percepiti all’esterno e meno dall’interno delle imprese enologiche italiane).

E voi, vi riconoscete nei punti trattati, o ve ne discostate ancora per certi versi?

Alla luce di tutto ciò, si richiede che i proprio valori – così come gli elementi che costituiscono l’ecosistema cantina – non siano più solo comunicati, cadendo magari vittima di uno stile narrativo stereotipato, ma documentati e dimostrati. Ecco perché in questo scenario ben si inserisce il lavoro che alcune realtà stanno svolgendo in chiave d’enoturismo.

La trasparenza quindi diventa un vero e proprio strumento economico di competitività nell’ottica del nuovo modello di approccio ai consumi.

Hai già individuato il miglior modo per documentare e valorizzare gli elementi di maggior interesse del tuo contesto produttivo? Hai già individuato le strategie comunicative e come documentare questi aspetti?

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